Camilo Castro, cittadino francese di 41 anni e insegnante di yoga, è stato liberato dopo cinque mesi di detenzione in Venezuela. La sua cattura era avvenuta il 26 giugno 2025 al valico di Paraguachon, al confine tra Venezuela e Colombia, mentre tentava di rinnovare il visto di residenza colombiano. Durante il periodo di detenzione, la sua famiglia aveva ricevuto un messaggio audio in cui chiedeva aiuto, suscitando preoccupazioni internazionali per la violazione dei suoi diritti consolari.

La notizia della liberazione è stata comunicata dal presidente francese Emmanuel Macron tramite un post su X (ex Twitter), in cui ha espresso sollievo e ringraziamenti a chi ha contribuito al rilascio. Castro è ora in volo verso la Francia dopo aver fatto tappa all’ambasciata francese in Venezuela.

La detenzione di Castro si inserisce in un contesto di accuse contro il governo di Nicolás Maduro per pratiche di “sparizioni forzate” e detenzioni arbitrarie, utilizzate come strumenti di pressione politica. La sua vicenda, insieme a quella di Alberto Trentini, evidenzia la strategia della “diplomazia degli ostaggi” adottata dal regime venezuelano, che utilizza la detenzione di cittadini stranieri per fini politici e per negoziati con attori internazionali come Russia, Cina, Cuba e Turchia, complicando ulteriormente la situazione diplomatica.

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