Nella città sudanese di Al-Fashir, recentemente conquistata dalle Forze di Supporto Rapido (Rsf), si registrano gravi violazioni dei diritti umani, tra cui esecuzioni sommarie, stupri e aggressioni. Le immagini satellitari e le testimonianze di chi è riuscito a fuggire rivelano una situazione di estrema violenza e caos.
Al-Fashir, assediata per 18 mesi, ha visto un esodo di oltre 65 mila abitanti, secondo le Nazioni Unite. Tuttavia, solo 5.000 persone sono arrivate ai punti di assistenza medica di Medici Senza Frontiere, che si aspettavano un afflusso maggiore. Coloro che sono giunti presentano ferite gravi, fratture e segni di torture, con racconti di omicidi di massa e violenze atroci.
Michel Olivier Lacharité, responsabile delle emergenze di Msf, ha espresso preoccupazione per la discrepanza tra il numero di fuggitivi e le testimonianze di atrocità. Ha lanciato un appello alle Rsf affinché proteggano i civili e permettano loro di mettersi in salvo. La situazione ha spinto anche le potenze internazionali, come Stati Uniti e Arabia Saudita, a intervenire per fermare il massacro.
Con la conquista di Al-Fashir, le Rsf controllano ora tutte le principali città del Darfur, mentre l’esercito regolare mantiene il controllo su altre aree del Paese. Il generale Hemedti, leader delle Rsf, ha annunciato un’indagine sulle azioni dei suoi uomini, dopo la diffusione di video che mostrano esecuzioni di civili. Tuttavia, molti osservatori dubitano della sincerità di questo gesto.
Il Consiglio di Sicurezza dell’Onu è atteso a una riunione sulla crisi, che ha portato a una delle più gravi emergenze umanitarie nel mondo. Il Regno Unito ha annunciato un ulteriore contributo di 5 milioni di sterline in aiuti umanitari, aggiungendosi ai 120 milioni già stanziati per il Sudan.

