A sette anni dalla tragedia di Corinaldo, i genitori delle vittime continuano a chiedere giustizia. La notte tra il 7 e l’8 dicembre 2018, cinque adolescenti e una madre di 39 anni persero la vita a causa del panico scatenato da un gruppo di giovani, noto come “la banda dello spray”, che spruzzò uno spray urticante all’interno del locale ‘Lanterna Azzurra Clubbing’.

Nel corso degli anni, sono emerse due principali linee di responsabilità: da un lato, i membri della baby gang, condannati per omicidio preterintenzionale, lesioni e rapina; dall’altro, la gestione del locale stesso. Lo scorso 11 luglio, la corte d’appello di Ancona ha confermato le pene per sei dei sette imputati coinvolti nell’inchiesta bis riguardante le misure di sicurezza del locale.

In appello, sette dei nove imputati processati in primo grado hanno affrontato accuse di omicidio colposo plurimo, lesioni colpose e disastro colposo, mentre gli altri due avevano già patteggiato. La questione della responsabilità continua a sollevare interrogativi e il dolore dei familiari delle vittime rimane palpabile, sottolineando la sensazione di una giustizia ancora incompiuta.

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