A Sciacca, un condannato per mafia mentre politico e imprenditore vengono assolti

PALERMO – Dopo il blitz del luglio 2024 che ha svelato la riorganizzazione di Cosa Nostra a Sciacca, solo Domenico Friscia è stato condannato a 10 anni e otto mesi per associazione a delinquere di stampo mafioso. Le accuse di aver preso il controllo del clan e di scambio elettorale politico-mafioso sono state rigettate.

Assolti e scarcerati sono invece Giuseppe Marciante, Vittorio Di Natale e Rosario Catanzaro, accusati di scambio elettorale politico-mafioso. Marciante, ritenuto la mente imprenditoriale del clan, era difeso dagli avvocati Concetta Rubino e Angelo Barone, mentre Di Natale, ex consigliere comunale, era assistito dagli avvocati Ninni Reina e Nino Tornambè.

Le indagini avevano coinvolto anche un presunto patto politico-mafioso in vista delle elezioni, ma la parte relativa all’inquinamento elettorale è stata respinta dal giudice per l’udienza preliminare Carmen Salustro.

Di Natale, candidatosi senza successo con la lista “Le Onde”, aveva raccolto poco più di 300 voti, mentre nel 2017 si era candidato con Forza Italia ottenendo oltre 1.100 voti, senza essere eletto.

WhatsApp Facebook Messenger Copia link Telegram X.com LinkedIn Pinterest Email