Il popolo saharawi ha manifestato in un campo profughi a Tindouf, Algeria, contro una proposta di risoluzione degli Stati Uniti che privilegia l’autonomia del Sahara occidentale all’interno dei confini marocchini. La bozza, che sarà votata oggi dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, mette in discussione il diritto all’autodeterminazione sancito nel 1991, al momento della creazione della Missione delle Nazioni Unite per il Referendum nel Sahara Occidentale (MINURSO).

Il Fronte Polisario, movimento indipendentista sostenuto dall’Algeria, ha denunciato che la proposta, distribuita il 22 ottobre, riduce l’importanza di un referendum, considerato dai sahrawi un elemento “non negoziabile”. Nel 2020, l’amministrazione Trump aveva già riconosciuto la sovranità marocchina sulla regione, una posizione non convalidata dall’ONU, che considera il Sahara occidentale un territorio non autonomo in attesa di decolonizzazione.

Le proteste, che si sono protratte per quattro giorni, si svolgono nei campi profughi istituiti cinquant’anni fa nel deserto algerino per accogliere coloro che fuggivano dal Sahara occidentale, in seguito alla Marcia Verde del Marocco nel 1975, dopo il ritiro della Spagna.

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