In una recente dichiarazione su Truth Social, l’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha minacciato un intervento militare in Nigeria se il governo di Abuja non agirà per fermare le uccisioni di cristiani, definendo la situazione una “minaccia esistenziale” per il cristianesimo nel paese. Questa affermazione segue l’inserimento della Nigeria in una lista di “paesi di particolare preoccupazione” per violazioni della libertà religiosa e arriva in un contesto di crescente violenza settaria.
Trump ha accusato gruppi terroristici come Boko Haram e la Provincia dell’Africa Occidentale dello Stato Islamico di essere responsabili di atrocità contro i cristiani. Ha avvertito che, se il governo nigeriano non interromperà le uccisioni, gli Stati Uniti potrebbero interrompere gli aiuti e intraprendere un’azione militare “rapida e violenta” contro i terroristi.
La Nigeria, con oltre 240 milioni di abitanti, è teatro di conflitti complessi che coinvolgono sia musulmani che cristiani. Dal 2009, Boko Haram ha causato decine di migliaia di morti, colpendo in gran parte musulmani, ma anche le comunità cristiane hanno subito gravi perdite. Secondo l’Armed Conflict Location & Event Data Project, dal 2020 al 2025 si sono registrati almeno 389 episodi di violenza mirata contro cristiani, con oltre 318 vittime.
Organizzazioni come International Christian Concern hanno descritto la Nigeria come “il posto più pericoloso al mondo per i cristiani”. La dichiarazione di Trump potrebbe rafforzare il sostegno tra le basi cristiane conservatrici negli Stati Uniti, ma potrebbe anche esacerbare le tensioni in Nigeria, un paese chiave nella lotta contro il terrorismo in Africa. Critici avvertono che la situazione è complessa e non può essere ridotta a una semplice narrativa religiosa.

