Massimo D’Alema ha difeso la sua partecipazione alla parata militare di Pechino, organizzata per celebrare l’ottantesimo anniversario della vittoria del popolo cinese nella Seconda guerra mondiale. In un’intervista al Corriere della Sera, l’ex presidente del Consiglio ha sottolineato che la sua presenza era motivata dall’importanza storica dell’evento, al quale erano invitati anche leader come Putin e Kim Jong-un.

D’Alema ha criticato i leader occidentali per non aver partecipato all’evento, affermando che hanno commesso un errore non recandosi in Cina. Ha evidenziato come il 80% della popolazione mondiale fosse rappresentato a Pechino, sottolineando che isolare una parte così significativa dell’umanità è un compito arduo. Ha espresso preoccupazione per un possibile “imbarbarimento” nei rapporti internazionali.

Riguardo alla presenza di Putin, D’Alema ha osservato che il presidente russo ha ricevuto onori maggiori negli Stati Uniti rispetto alla Cina, ricordando il sacrificio della Russia nella lotta contro il nazifascismo. In merito a Kim Jong-un, ha fatto notare la presenza di rappresentanti di governi democratici, come il presidente del Parlamento sudcoreano, suggerendo che una visione più equilibrata avrebbe rivelato una partecipazione diversificata.

Infine, D’Alema ha affermato che la Cina non è coinvolta in conflitti militari e che costruire un muro tra Occidente e Oriente renderebbe più difficile esercitare un’influenza positiva sui diritti umani e sulla libertà.

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