Il Segretario Generale delle Nazioni Unite, António Guterres, ha richiesto un’indagine immediata e trasparente sul raid di polizia avvenuto martedì scorso in una favela di Rio de Janeiro, che ha causato oltre 130 vittime. L’operazione, voluta dal governatore Cláudio Castro, ha suscitato una crisi politica e umanitaria, attirando critiche e richieste di arresto nei confronti del governatore da parte della Commissione per i Diritti Umani della Camera dei Deputati brasiliana.

Castro, sostenuto da un giudice della Corte Suprema, ha celebrato l’azione come un successo, ma la sua posizione è ora a rischio, poiché martedì dovrà affrontare un processo per presunta corruzione legata a un episodio del 2022. Questo scenario potrebbe portare a elezioni anticipate e intensificare il conflitto politico.

Nel frattempo, la situazione ha attirato l’attenzione internazionale, con un dossier inviato all’amministrazione Trump che descrive il Comando Vermelho come un’organizzazione terroristica con legami negli Stati Uniti. Questa mossa è vista come un tentativo di Castro di ottenere supporto politico dall’amministrazione repubblicana, simile a campagne contro altri gruppi in America Latina.

Critiche da parte degli alleati di Lula hanno definito l’operazione una manovra elettorale, con il leader del Partito dei Lavoratori che l’ha descritta come uno “show montato sui morti”. Il Ministro della Sicurezza ha espresso sorpresa per la mancanza di comunicazione con il governo federale. Nonostante le polemiche, i sostenitori di Castro, tra cui una delegazione di governatori, continuano a difenderlo, mentre il clima politico in Brasile si fa sempre più teso.

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