Questa mattina, la Torre dei Conti situata in Largo Corrado Ricci a Roma ha subito un crollo parziale. Costruita intorno all’858 da Pietro dei Conti di Anagni su resti del Tempio della Pace, la torre è un esempio significativo delle case-torri medievali, utilizzate dalle famiglie nobili e dalle autorità ecclesiastiche. Nel 1203, papa Innocenzo III ampliò la struttura, progettata dall’architetto Marchionne Aretino, per la sua famiglia, i conti di Segni.
Originariamente, la torre superava i 50-60 metri, ma nel corso dei secoli ha subito danni significativi a causa di terremoti, in particolare quelli del 1348, 1630 e 1644, che hanno portato a crolli e distruzioni. Nel 1644, il crollo causò la morte di due persone e danneggiò le abitazioni circostanti. Solo nel 1690, Papa Alessandro VIII ordinò il rafforzamento della struttura con l’aggiunta di contrafforti.
Nel corso degli anni, la torre è stata abbandonata e utilizzata per scopi diversi, fino a rimanere isolata a causa delle opere di urbanizzazione nel XIX e XX secolo. Nel 1937, Mussolini la donò alla Federazione nazionale arditi d’Italia, che vi rimase fino al 1943.
Attualmente, un intervento di restauro da 6,9 milioni di euro, finanziato con fondi del Pnrr, era in corso per il recupero e la valorizzazione della torre, che non era stata utilizzata né manutenuta dal 2006. I lavori, programmati per concludersi entro il 30 giugno 2026, miravano a rendere la struttura accessibile al pubblico come sede museale. Tuttavia, il crollo di oggi solleva interrogativi sulla sicurezza e sul futuro del monumento.

