Nella casa di Palermo dell’ex governatore Salvatore Cuffaro sono stati trovati 80mila euro in contante, suddivisi in diverse cassaforti e mobili. In una cassaforte nascosta nello studio, sono stati rinvenuti 7.500 euro in banconote deteriorate, 8.800 euro in banconote da 50, 4.140 euro in banconote da 20 e 2.300 euro in banconote da 50. Un’altra cassaforte conteneva 5.000 euro e 5.150 euro, entrambi in banconote da 100, oltre a 2.065 euro avvolti in fogli di carta. In un mobile blindato in camera da letto sono stati trovati ulteriori 2.200 euro, mentre il resto del denaro era nascosto in un mobile nella tenuta di San Michele di Ganziria.
Parallelamente, sono in corso interrogatori di alcuni indagati nell’ambito di un’inchiesta su corruzione e turbativa d’asta che coinvolge Cuffaro e l’ex ministro Saverio Romano. Davanti al Gip di Palermo, Vito Fazzino, commissario della gara per l’affidamento dei Servizi di ausiliariato e reception dell’Asp di Siracusa, ha ammesso di aver commesso un falso, ma ha sostenuto di essere stato indotto in errore. La procura ha revocato la richiesta di arresto nei suoi confronti.
Giuseppa Di Mauro, presidente della commissione di gara, ha confermato che il rinvio dell’aggiudicazione era avvenuto su pressione dell’allora direttore generale dell’Asp, Alessandro Maria Caltagirone, nominato su indicazione di Romano. Ferdinando Aiello, consulente coinvolto, ha invece respinto le accuse. L’interrogatorio di Paolo Emilio Russo, altro membro della commissione, è stato rinviato, mentre altri indagati saranno ascoltati nel pomeriggio. La decisione del gip riguardo alle richieste di arresto è attesa nei prossimi giorni.

