Il furto di otto gioielli della corona francese al Museo del Louvre, avvenuto il 19 ottobre e valutato 88 milioni di euro, ha portato all’incriminazione di quattro persone, tra cui una coppia con figli. La procuratrice di Parigi, Laure Beccuau, ha descritto i sospettati come criminali di “basso profilo”, privi di legami con la criminalità organizzata. Residenti nella periferia nord di Parigi, in particolare a Seine-Saint-Denis, i quattro hanno precedenti penali per reati comuni, ma non per crimini di alto livello.
I sospettati, tre uomini e una donna, si conoscevano da tempo e vivevano in contesti familiari normali. La coppia incriminata è composta da un uomo di 37 anni e una donna di 38, genitori di figli. L’uomo è accusato di furto aggravato in banda organizzata, mentre la donna ha negato ogni coinvolgimento durante l’interrogatorio, esprimendo preoccupazioni per la sua sicurezza e quella dei bambini.
Le indagini hanno rivelato che il 37enne ha undici condanne, principalmente per rapina aggravata, mentre un altro sospettato, di 39 anni, ha quindici condanne. Entrambi erano stati condannati insieme nel 2015 per un furto a Parigi. Il terzo sospettato, un 34enne di Aubervilliers, è ritenuto parte del gruppo responsabile del colpo.
Tracce di DNA hanno giocato un ruolo cruciale nelle indagini, con il DNA del 37enne trovato nel cestello dell’elevatore utilizzato per accedere al museo. Gli inquirenti hanno già arrestato tre dei quattro membri del commando e stanno cercando il quarto ladro e possibili complici. I gioielli rubati, tra cui il diadema di perle dell’imperatrice Eugenia, potrebbero essere destinati al mercato parallelo per il riciclaggio di denaro.

