Il Benin ha affrontato un tentativo di colpo di Stato militare, che ha creato incertezze per diverse ore. Otto uomini in uniforme mimetica hanno annunciato, davanti alle telecamere della TV di Stato, la rimozione del presidente Patrice Talon, sostenendo di essere la “Commissione militare per la rifondazione”. Hanno giustificato la loro azione denunciando il deterioramento della sicurezza nel nord del Paese, colpito da attacchi di miliziani jihadisti. Testimoni hanno riferito di colpi di arma da fuoco a Cotonou.
Il governo ha prontamente dichiarato che il tentativo era stato sventato, definendo gli autori come un “piccolo gruppo di persone” con accesso alla televisione. Fonti militari hanno confermato l’arresto di una decina di soldati. In serata, Talon ha rassicurato la popolazione, invitandola a riprendere le attività quotidiane e promettendo sicurezza.
L’intervento decisivo è stato fornito dalla Nigeria, che ha risposto a una richiesta urgente del governo beninese. Il presidente nigeriano Bola Tinubu ha ordinato l’ingresso di caccia nigeriani nel Paese per ripristinare il controllo dello spazio aereo e supportare le forze locali. La comunità internazionale ha condannato il tentativo di golpe, con l’ECOWAS che ha annunciato il dispiegamento di truppe per sostenere il governo del Benin. Anche l’Unione Africana e l’Unione Europea hanno espresso ferme condanne, sottolineando l’importanza di mantenere l’ordine costituzionale. La situazione, sebbene sotto controllo, ha portato a un rafforzamento della presenza militare a Cotonou per garantire la sicurezza.

