Alla vigilia dell’apertura della COP30 a Belém, in Amazzonia, una protesta simbolica ha attirato l’attenzione internazionale. Attivisti per il clima hanno utilizzato maschere giganti in cartapesta, note come “Big Heads”, per rappresentare i leader mondiali, tra cui il presidente brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva, Donald Trump e Javier Milei. I leader, raffigurati mentre dormono su amache e pouf lungo il fiume Guamá, simboleggiano l’inerzia di fronte all’emergenza climatica.

Viviana Santiago, direttrice di Oxfam e promotrice della protesta, ha dichiarato: «Sembra che i leader mondiali stiano facendo un pisolino mentre il pianeta brucia. È ora di svegliarsi e far pagare chi inquina». Durante l’azione, sono stati esposti cartelli e slogan come “Sveglia! Fate pagare i ricchi inquinatori!”, sottolineando la vulnerabilità del Brasile alla deforestazione e alla pressione industriale.

Belém si prepara ad accogliere oltre 50 capi di Stato e decine di migliaia di delegati da 170 Paesi, con 10.000 agenti e 7.500 soldati mobilitati per garantire la sicurezza. L’Unione Europea ha presentato un obiettivo di riduzione delle emissioni del 90% entro il 2040, mentre l’Italia, rappresentata dal vicepresidente del Consiglio Antonio Tajani, ha proposto un approccio più flessibile sull’uso dei crediti di carbonio, suscitando critiche da parte di osservatori ambientali.

Inoltre, cresce la preoccupazione per la disinformazione climatica, amplificata dall’intelligenza artificiale. Un rapporto ha evidenziato un aumento del 267% dei contenuti falsi legati alla COP nei mesi precedenti alla conferenza. Questo contesto rende ancora più urgente il messaggio lanciato dalle “Big Heads”: è fondamentale agire prima che sia troppo tardi.

WhatsApp Facebook Messenger Copia link Telegram X.com LinkedIn Pinterest Email