Il primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu ha affermato che Israele detiene il diritto di veto sulla formazione di una forza internazionale di stabilizzazione per la Striscia di Gaza, proposta dagli Stati Uniti. Netanyahu ha sottolineato che la sicurezza del paese è una questione che riguarda esclusivamente Israele, ribadendo che gli attacchi a Gaza avvengono a discrezione dello Stato e senza necessità di approvazione esterna.
La cosiddetta “linea gialla”, che segna il limite del ritiro iniziale delle forze israeliane dalla Striscia, è stata oggetto di discussione. Questa demarcazione, prevista come temporanea per facilitare scambi umanitari e di prigionieri, potrebbe trasformarsi in un confine permanente. Dal 19 ottobre, le forze israeliane hanno iniziato a segnare la linea con blocchi di cemento gialli e pali metallici, ma analisi satellitari suggeriscono che i marker siano stati posizionati oltre la linea concordata, estendendo il controllo israeliano su circa 25 km².
Le accuse di appropriazione di terra si sono intensificate, con esperti che avvertono di una possibile “annessione strisciante” della Striscia di Gaza. Nonostante il cessate il fuoco in vigore dal 10 ottobre, si registrano ancora vittime tra i palestinesi, con oltre 20 morti al giorno, molti dei quali nei pressi della linea gialla. Rohan Talbot, di Medical Aid for Palestinians, ha messo in guardia sul fatto che le misure temporanee nei territori occupati tendono a diventare permanenti, mentre i media israeliani iniziano a riferirsi alla linea gialla come a un “nuovo confine”.

