La Francia attraversa un periodo di crisi politica caratterizzato da dimissioni, consultazioni e incertezza istituzionale. Dopo appena ventisette giorni dalla nomina a Matignon, Sébastien Lecornu ha rinunciato all’incarico di capo del governo. Ci sono state nuove consultazioni e la formazione di un nuovo esecutivo, ma Lecornu ha annunciato la sua indisponibilità a guidare un eventuale nuovo governo.

Attualmente il governo dimissionario garantisce la continuità delle istituzioni governative, con l’eccezione del Ministero delle Forze Armate, gestito direttamente da Lecornu. Non essendo possibile rovesciare un governo dimissionario, la situazione politica resta delicata.

La messa in stato d’accusa del Presidente è regolamentata dalla Costituzione e richiede il sostegno di due terzi dell’Assemblea nazionale e del Senato. Resta aperta la questione del bilancio, che deve essere votato entro il 31 dicembre. Il prossimo governo dovrà presentare un nuovo disegno di legge finanziaria entro il 13 ottobre per garantire il funzionamento dello Stato. Soluzioni temporanee sono in discussione per evitare un vuoto finanziario.

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