Il giornalismo professionale è considerato un elemento essenziale per la democrazia, ma la qualità dell’informazione sta subendo un deterioramento. Gli editori, di fronte alle sfide del mercato digitale, hanno optato per ridurre i costi del lavoro, ricorrendo a stati di crisi, prepensionamenti e licenziamenti, senza rinnovare il contratto di categoria da dieci anni.

In questo contesto di riduzione degli organici, di un precariato inaccettabile e di salari erosi dall’inflazione, è stato indetto uno sciopero per il 28 novembre. Questa mobilitazione ha come obiettivo principale il rinnovo del contratto di lavoro. I giornalisti intendono sottolineare agli editori che la qualità dell’informazione dipende dalla presenza di professionisti liberi e tutelati, come tutti i lavoratori del Paese, sia nei diritti che nelle retribuzioni.

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