Carlo Calenda ha delineato la sua visione per un partito liberal democratico, specificando che vorrebbe accogliere riformisti e bravi amministratori. Durante un’intervista con Francesca Biagiotti di Rainews 24, ha citato nomi come Gori e Gentiloni, escludendo invece Renzi, definendolo un errore del passato. Riguardo a Tajani, ha espresso una certa apertura, mentre ha mostrato distanza nei confronti di Lupi e ha definito Crosetto una persona seria, ma non un candidato ideale per la presidenza del Consiglio.
Calenda ha riconosciuto i suoi errori, in particolare sulla questione ucraina, ammettendo di aver adottato un atteggiamento lassista verso Putin. Ha anche criticato la sua alleanza con Renzi e la candidatura di Carfagna e Gelmini.
Quando gli è stato chiesto chi tra Schlein e Meloni avrebbe “buttato giù”, ha risposto Schlein, spiegando che Meloni gli è più simpatica per la sua schiettezza. Ha invitato Meloni al congresso di Azione, sottolineando che ha sempre invitato anche l’opposizione. Ha espresso giudizi su altri leader, definendo Conte incoerente e affermando che tra Renzi e Meloni avrebbe scelto di “buttare giù” Renzi.
Infine, Calenda ha paragonato se stesso a Churchill, evidenziando l’importanza di cambiare idea e di mantenere posizioni impopolari quando necessario per la salvaguardia della democrazia.

