Giorgio Forattini è morto a Milano all’età di 94 anni. Considerato un maestro della vignettistica satirica italiana, ha iniziato la sua carriera nel giornalismo per poi diventare un punto di riferimento nel panorama della satira politica. Dopo aver superato un concorso, è approdato a Paese Sera, dove ha iniziato a pubblicare le sue vignette, conquistando la prima pagina di Repubblica nel 1974 con un disegno a favore del no al referendum sul divorzio.
Nel corso della sua carriera, Forattini ha saputo rappresentare con ironia e pungente critica i vizi e le virtù della classe dirigente italiana. Tra i suoi soggetti più noti, Bettino Craxi è stato ritratto con gli stivali di Mussolini, mentre Giovanni Spadolini è apparso nudo. Massimo D’Alema è stato paragonato a un Adolf Hitler comunista, Achille Occhetto a Charlie Brown e Giovanni Goria a un ologramma invisibile.
Altri personaggi politici hanno trovato spazio nelle sue vignette: Piero Fassino è diventato uno scheletro, Giuliano Amato è stato rappresentato come Topolino, e Silvio Berlusconi e Amintore Fanfani sono stati disegnati di statura ridotta. Romano Prodi è stato ritratto come un prete comunista, Umberto Bossi come Pluto, e Walter Veltroni come un bruco. La sua capacità di sintetizzare la realtà politica in immagini incisive ha lasciato un segno indelebile nella cultura italiana.

