Durante una crociera di lusso intorno all’Australia, Suzanne Rees, un’ottantenne di Sydney, è stata accidentalmente abbandonata sull’isola remota di Lizard Island, dove è stata trovata morta il giorno successivo. La figlia, Katherine, ha accusato la compagnia Coral Expeditions di mancanza di cure e buon senso, sollevando interrogativi sui protocolli di sicurezza.
Suzanne Rees, descritta come una donna attiva e amante delle escursioni, partecipava a un viaggio di 60 giorni a bordo della Coral Adventurer, partito da Cairns il 24 ottobre. Il tour, costato circa 80.000 AUD a passeggero, prevedeva la circumnavigazione del continente tra paesaggi mozzafiato. Sabato 25 ottobre, la nave ha attraccato a Lizard Island, dove Rees ha deciso di unirsi a un’escursione verso Cook’s Look. Durante la salita, si è sentita male e ha scelto di tornare indietro da sola.
L’equipaggio non ha effettuato un conteggio formale dei passeggeri al rientro, e la nave ha levato l’ancora senza accorgersi dell’assenza di Rees. Solo a cena, quando non si è presentata, è scattato l’allarme. Le ricerche sono iniziate immediatamente, ma sono state sospese per motivi di sicurezza. Il giorno successivo, il corpo di Rees è stato avvistato in una zona rocciosa, con ipotesi di una caduta accidentale.
La polizia del Queensland ha classificato la morte come non sospetta, ma ha deferito il caso al Coroner’s Court. L’Australian Maritime Safety Authority sta esaminando i protocolli di imbarco e sbarco. Katherine Rees ha espresso il suo dolore e la sua indignazione per quanto accaduto, chiedendo chiarezza sulle circostanze della morte della madre. Coral Expeditions ha espresso le proprie condoglianze e sta collaborando con le autorità. Questo episodio riaccende i riflettori sulle norme di sicurezza nel turismo della Grande Barriera Corallina, un settore che attrae milioni di visitatori ogni anno.

