È iniziata oggi la discussione del processo per la morte di Aurora Tila, la 13enne di Piacenza deceduta il 25 ottobre 2024 dopo essere precipitata dal settimo piano del suo edificio. Il pubblico ministero Simone Purgato ha sostenuto che si tratti di omicidio volontario, attribuendo la responsabilità al 16enne, all’epoca dei fatti 15enne, con cui Aurora aveva avuto una relazione poi conclusa. L’imputato, che si è sempre dichiarato innocente, è accusato di omicidio volontario con l’aggravante dello stalking.

Il processo si svolge con rito abbreviato, che prevede una riduzione della pena. In aula era presente la madre di Aurora, Morena Corbellini, assistita dai legali Anna Ferraris e Mario Caccurri. Il giovane è difeso dagli avvocati Ettore Maini e Rita Nanetti.

Secondo l’accusa, il ragazzo avrebbe spinto Aurora dal balcone e, dopo che si era aggrappata alla ringhiera, l’avrebbe colpita per farla cadere. I difensori sostengono invece che si sia trattato di un incidente o di un gesto volontario. La madre di Aurora ha dichiarato ai giornalisti che l’imputato ha agito per gelosia e possesso, affermando che “ha ucciso Aurora perché è un assassino di suo”. L’avvocata Ferraris ha auspicato una condanna superiore ai 15 anni, tenendo conto dell’aggravante dello stalking.

Il giudice potrebbe emettere la sentenza già nel corso della giornata.

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