L’infiltrazione mafiosa nell’economia legale, in particolare nel settore degli appalti pubblici, rappresenta una delle sfide più gravi per l’Italia e l’Unione Europea. Secondo il criminologo Vincenzo Musacchio, gli effetti di tale infiltrazione sono negativi e compromettenti per la leale competizione tra le imprese, aumentando i costi delle opere pubbliche e danneggiando gli investimenti economici nel Paese.

Le organizzazioni mafiose si avvalgono di relazioni collusive con imprenditori, politici e amministratori pubblici, rendendo il settore degli appalti pubblici particolarmente vulnerabile. La sfiducia nelle istituzioni pubbliche alimenta ulteriormente questa situazione, creando opportunità per le mafie di ottenere servizi pubblici attraverso pratiche corruttive.

Musacchio sottolinea che il settore degli appalti è attraente per i gruppi mafiosi per motivi economici e giudiziari. Le indagini su questi reati sono complesse e costose, e le recenti riforme hanno reso più difficile l’individuazione di comportamenti illeciti. Inoltre, il controllo degli appalti consente alle mafie di esercitare un’influenza strategica sul territorio, alimentando un sistema di “welfare mafioso”.

Le modalità di infiltrazione possono essere dirette, attraverso il controllo di imprese, o indirette, tramite la corruzione e l’intimidazione. La corruzione è centrale nel processo di aggiudicazione degli appalti, influenzando ogni fase della gara.

Per contrastare questo fenomeno, Musacchio propone misure come certificati anti-mafia, protocolli di legalità e una maggiore trasparenza nei contratti pubblici. La lotta alla corruzione richiede un impegno collettivo e un monitoraggio costante per garantire la regolarità degli appalti e prevenire l’infiltrazione mafiosa.

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