Mentre Sumy è stata colpita da un secondo attacco in due giorni, lasciando la città senza elettricità in condizioni di freddo intenso, la diplomazia ucraina cerca di trovare un accordo fragile. Oggi, il presidente Zelensky ha annunciato che l’Ucraina condividerà con Washington un piano rivisto, dopo la visita di una delegazione ucraina in Florida. L’incontro di ieri a Londra con i leader europei Starmer, Macron e Merz ha messo in evidenza il sostegno europeo a Zelensky e la necessità di accorciare le distanze con gli Stati Uniti.
In un’intervista a Politico, l’ex presidente Donald Trump ha sottolineato l’urgenza di tenere elezioni in Ucraina, affermando che “parlano di democrazia, ma si arriva a un punto in cui non c’è più democrazia”. Le questioni più complesse per un eventuale accordo rimangono le garanzie di sicurezza, con Mosca contraria all’ingresso di Kiev nella NATO e al dispiegamento di truppe occidentali, e il futuro del Donbas, attualmente sotto il controllo russo. Kiev detiene solo il 20% della regione, mentre le truppe russe stanno avanzando verso Kramatorsk. Secondo fonti ucraine, Kiev potrebbe proporre la smilitarizzazione dell’area mantenendo la sovranità, a condizione che la sicurezza sia garantita dagli Stati Uniti o da una forza delle Nazioni Unite.

