Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha convocato un incontro per il 28 novembre alle 15.30 a Palazzo Piacentini, per discutere il futuro degli stabilimenti del Nord Italia dell’ex Ilva. La riunione coinvolgerà i rappresentanti dei lavoratori e delle comunità locali di Genova-Cornigliano, Novi Ligure e Racconigi, con l’obiettivo di aggiornare le parti sul piano di manutenzione degli impianti e sulla formazione dei lavoratori.
Nel frattempo, proseguono le proteste con scioperi e picchetti a oltranza in tutto il gruppo ex Ilva, a seguito della rottura del tavolo di confronto a Palazzo Chigi. I sindacati hanno proclamato 24 ore di sciopero all’ex Ilva di Novi Ligure e a Taranto i lavoratori hanno occupato lo stabilimento, bloccando strade e chiedendo garanzie sul futuro occupazionale e sulla decarbonizzazione.
Il governo non ha accolto le richieste dei sindacati, i quali hanno denunciato un piano che prevede 6.000 lavoratori in cassa integrazione entro gennaio e la possibile chiusura degli impianti. Il segretario della Uil, Pier Paolo Bombardieri, ha criticato l’operato del ministro Urso, affermando che non ci sono investitori interessati e che le proposte sindacali sono state ignorate.
La Fiom-Cgil ha sottolineato che il governo sta utilizzando la formazione come strumento per fermare gli impianti, mentre il ministro Urso ha ribadito che non ci sarà un aumento della cassa integrazione, ma un investimento sulla formazione per preparare i lavoratori alle nuove tecnologie.
A Genova, i lavoratori hanno allestito un presidio e bloccato strade, mentre il sindaco ha espresso solidarietà e impegno per il futuro dell’area. Anche il sindaco di Taranto ha richiesto un piano industriale chiaro, sottolineando che non è mai stata espressa la volontà di chiudere la fabbrica, ma di renderla sostenibile.

