Tre manager di Tod’s spa sono indagati per caporalato nell’ambito di un’inchiesta della Procura di Milano, che ha portato anche all’iscrizione della società per responsabilità amministrativa. L’inchiesta riguarda omessi controlli nella catena dei subappalti della produzione in opifici cinesi, già emersa nei mesi scorsi.
Il pm Paolo Storari ha richiesto al gip Domenico Santoro un’interdittiva che vieterebbe a Tod’s di pubblicizzare i propri prodotti per sei mesi. Le indagini hanno rivelato che i manager non avrebbero considerato i risultati di ispezioni e audit che segnalavano sfruttamento dei lavoratori, riguardanti orari di lavoro, retribuzioni, norme di sicurezza e condizioni abitative inadeguate.
Il 8 ottobre, era stato reso noto che il pm aveva chiesto l’amministrazione giudiziaria per Tod’s, come già avvenuto per altre cinque griffe del lusso. Tuttavia, una questione di competenza territoriale ha portato la Cassazione a dover decidere se il procedimento rimarrà a Milano o sarà trasferito ad Ancona.
Nel frattempo, il pm ha presentato un atto di 144 pagine al gip, evidenziando che Tod’s e i suoi dirigenti avrebbero utilizzato manodopera in condizioni di sfruttamento, approfittando della vulnerabilità di cittadini cinesi impiegati nei sei opifici. Le presunte violazioni riguardano anche la normativa sull’orario di lavoro e le retribuzioni inferiori al minimo legale, con la consapevolezza da parte dell’azienda delle gravi violazioni segnalate da un certificatore esterno.
Diego Della Valle, fondatore del brand, ha difeso la reputazione dell’azienda, invitando il pm a visitare le strutture produttive.

