Le conseguenze dello shutdown negli Stati Uniti si fanno sentire con sempre maggiore intensità. A partire da oggi, l’amministrazione Trump ha disposto una riduzione del 4% dei voli in 40 aeroporti nazionali, con un possibile incremento della riduzione fino al 10% entro venerdì, qualora il blocco dovesse continuare. Questa situazione potrebbe compromettere i piani di viaggio di milioni di americani, poiché il shutdown è il più lungo nella storia del paese.
La Federal Aviation Administration ha emesso un ordine di emergenza a causa della carenza di personale, che ha colpito controllori di volo e personale di sicurezza aeroportuale, lasciando decine di migliaia di lavoratori senza stipendio. I dati di FlightAware segnalano che oltre 6.400 voli hanno subito ritardi e circa 200 sono stati cancellati, con passeggeri costretti a lunghe attese ai controlli di sicurezza.
Numerose compagnie aeree hanno già cancellato centinaia di voli per oggi e il fine settimana. American Airlines ha ridotto 220 tratte, Delta Airlines ha annullato circa 170 voli, mentre Southwest Airlines ha cancellato circa 100 voli. Un funzionario di una compagnia aerea ha paragonato l’impatto delle cancellazioni a quello di una giornata di maltempo, ma con effetti distribuiti su più città.
Lo shutdown ha comportato un congelamento del 27% della spesa pubblica federale, con il rischio di blocchi parziali di agenzie e servizi governativi. Senza un accordo, il Congresso è costretto a rifinanziare solo ai livelli di spesa precedenti. Dalla metà degli anni ’70, si sono verificati 20 shutdown, il più lungo dei quali ha avuto luogo durante la presidenza Trump.
La situazione attuale è caratterizzata da incertezze, con effetti che si estendono anche ai mercati finanziari, dove si teme un aumento dei tassi di interesse sui titoli di Stato, considerati più rischiosi.

