Il direttivo del Partito catalanista Junts per Catalunya, guidato da Carles Puigdemont, ha deciso di interrompere all’unanimità l’accordo di governo con il premier Pedro Sanchez, siglato due anni fa a Bruxelles. La notizia è stata confermata da fonti del partito al termine di una riunione di tre ore e mezza a Perpignan, alla quale hanno partecipato circa cinquanta membri del direttivo. Puigdemont ha motivato la rottura con il mancato rispetto delle promesse contenute nel patto con il governo Psoe-Sumar. La decisione dovrà essere ratificata tramite referendum tra gli iscritti al partito.
L’accordo di governo prevedeva, tra l’altro, una legge di amnistia per i leader indipendentisti catalani coinvolti nel referendum del 2017. La crisi politica mette in discussione la stabilità del governo socialista, che si trova al suo terzo mandato e mira ad approvare la legge di bilancio 2026. Senza il supporto dei sette deputati di Junts, la maggioranza al Congresso diventa precaria.
In risposta alla situazione, il governo spagnolo ha dichiarato di rimanere “tranquillo” e pronto al dialogo con tutte le forze politiche. La vicepremier Maria Jesus Montero ha espresso fiducia nella possibilità di trovare punti di incontro con Junts, sottolineando che l’alternativa a un governo progressista sarebbe un esecutivo del Partido Popular e di Vox. Montero ha evidenziato la determinazione del Psoe a continuare a lavorare per raggiungere accordi, ritenendo che sia fondamentale per il bene della Spagna e della Catalogna.

