Una nuova scoperta potrebbe rivoluzionare la lotta contro la malattia di Alzheimer-Perusini. I ricercatori della Shanghai Tech University hanno identificato nella timosina β4 un potenziale bersaglio terapeutico attraverso l’utilizzo di organoidi cerebrali, modelli tridimensionali di cervello ricavati da cellule staminali. Questa proteina antinfiammatoria potrebbe contrastare meccanismi chiave della patologia, offrendo nuove speranze per i pazienti.
Il termine “Alzheimer-Perusini” deriva da Alois Alzheimer e Gaetano Perusini, pionieri nello studio della malattia. Lo studio, pubblicato su Stem Cell Reports, ha riprodotto le prime alterazioni della patologia in laboratorio, permettendo di sviluppare nuove strategie farmacologiche. I risultati positivi ottenuti sia in laboratorio che su topi affetti da Alzheimer-Perusini familiare indicano la validità di questa nuova prospettiva terapeutica.
In Italia, con un aumento delle demenze legato all’invecchiamento della popolazione, circa il 50-60% dei malati di demenza soffre di Alzheimer-Perusini. Sebbene la strada per una terapia efficace sia ancora lunga, l’identificazione della timosina β4 come possibile bersaglio terapeutico rappresenta un passo significativo nella ricerca di un trattamento. La speranza è che ulteriori studi confermino l’efficacia di questa nuova strategia e portino a soluzioni concrete per milioni di pazienti in tutto il mondo.

